Un posto in cui tornare: la Normandy
Può un videogioco rappresentare un viaggio formativo per la persona? Scopriamolo insieme a bordo di una delle migliori astronavi della galassia.
Mi reputo una persona fortunata.
Nella vita sono sempre riuscita ad avere la possibilità non solo di scrivere, ma di esprimere una mia opinione su quanto mi affascina, mi appassiona e mi accompagna fin da quando ne ho memoria e i videogiochi rappresentano uno dei tanti mondi nei quali mi immergo quasi quotidianamente e per i quali ho impiegato tanto tempo della mia vita e del quale non mi sono mai pentita.
Reputo questa premessa importante perché è la base su cui voglio poggiare la condivisione di una delle esperienze più peculiari e sorprendenti nelle quali mi sono imbattuta e che è stato per un puro caso: fortuito o meno, spetterà a voi lettori deciderlo.
L’argomento su cui mi soffermerò oggi riguarda la saga di Mass Effect.
Nonostante sia la mia trilogia preferita, (sì, Andromeda è come la nona stagione di Scrubs: non esiste!), non è mai semplice per me affrontare il tema perché porta con sé un bagaglio emotivo notevole. Adesso è giunto nuovamente quel punto nella mia vita in cui è necessario riprendere in mano l’argomento e parlarne con gli occhi di chi sono oggi.
Questa storia inizia nel febbraio del 2012, periodo in cui mi decisi di acquistare una Xbox 360 nella speranza di risparmiare qualche soldino, visto che in quel momento i titoli per questa console costavano circa 10€ meno rispetto alla sua controparte ps3.
Assieme alla console c’era in bundle Crysis 2 e, nonostante tutti i miei sforzi, non mi fu possibile completarlo a causa del mio motion sickness che puntualmente si è attivato dopo pochi minuti.
Cosa c’entra Crysis 2 con Mass Effect? Se la vostra prima risposta è perché entrambi hanno tute futuristiche, alieni e armi da fuoco, la risposta è sbagliata.
L’impossibilità di poter giocare all’unico titolo che avevo tra le mani in quel momento, mi ha quasi imposto un ritorno al negozio alla ricerca di qualche esclusiva Microsoft o di altri titoli che potevano non darmi quel disturbo.
Fu proprio per una “necessità”, quindi, che mi avvicinai alla saga. In realtà fu più il prezzo perché con meno di 20€ mi portai a casa sia il primo che il secondo Mass Effect.
Voglio ulteriormente sottolineare che ero totalmente all’oscuro del titolo.
Lo avevo appena sentito nominare, senza prestarci particolari attenzioni al punto che, in quel momento, nemmeno sapevo che da lì a pochi giorni sarebbe uscito il terzo episodio conclusivo.
L’unica peculiarità che mi ha convinto a provarlo è stata la “Bioware”. Leggere il nome della software house sulla copertina mi ricordò l’esperienza su Knight of The Old Republic, del quale avevo un ottimo ricordo nonostante lo giocai in inglese quando ancora non sapevo nemmeno cosa significasse “The pen is on the table”, ma colsi l’opportunità che mi si era palesata innanzi e, complice anche il prezzo, accettai il fattore incognita, ritornando a casa col mio bottino.
Ancora non sapevo dove mi avrebbe portato quel viaggio…
EFFETTO MASSA
Una volta a casa, non persi tempo: era giunto il momento di inserire il disco nella console, farne l’installazione per evitare che la 360 prendesse il volo, fare gli ultimi e noiosi aggiornamenti e avviare il gioco.
Ed eccolo lì, il mio invito a premere start e a dare inizio alla mia avventura.
Avviando la nuova partita, ebbi la conferma di ritrovarmi davanti ad un gioco di ruolo. Creai la mia Shepard, le diedi un background, scelsi la mia classe e diedi inizio alla mia storia.
“Nel 2148 degli esploratori scoprirono le rovine di un’antica civiltà spaziale su Marte. Nei decenni successivi, questi misteriosi manufatti rivelarono delle nuove, straordinarie tecnologie che consentivano di raggiungere i sistemi più remoti della galassia. Tutto ciò era reso possibile da una forza che controllava l’intera struttura spazio-temporale.
Per gli Umani fu la più grande scoperta della loro storia.
Le altre civiltà della galassia la chiamano…”
Sembrerà una cosa da nulla, ma io fui conquistata da questa introduzione che era accompagnata non solo da un brano di atmosfera molto coinvolgente, ma che in poco si trasformò nell’entrata epica della mia protagonista all’interno di un mondo che dovevo ancora scoprire e conoscere, ma che già mi aveva conquistato.
Rimasi altresì colpita dai dettagli che accompagnavano l’ingresso di Shepard: le espressioni facciali dei personaggi e il doppiaggio ben curato.
Ma c’era poco tempo per parlare, bisognava agire ed eseguire gli ordini. Bisognava dare inizio alla prima missione e… Fare la conoscenza del mio primo turian, Nihlus!
L’obiettivo era chiaro: atterrare su Eden Prime e recuperare un ennesimo antico manufatto Prothean – stavolta funzionante - per studiarlo nella speranza che porti un ulteriore progresso all’umanità e, soprattutto, far sì che l’Umanità abbia il suo primo Spettro.
Venni, dunque, a conoscenza di cosa fossero gli Spettri (corpo militare speciale a servizio del consiglio galattico) e che esisteva un consiglio galattico, tantissime altre specie e che dovevo portare una piccola squadra su un pianeta diverso dalla Terra e divenuto una colonia umana Eden Prime.
La mia prima missione interplanetaria stava per iniziare ed ero gasatissima.
Finché non successe qualcosa di strano. Il colloquio fu bruscamente interrotto da una comunicazione di emergenza: qualcosa aveva attaccato la colonia, bisognava sbrigarsi. La missione era passata dall’essere di semplice recupero ad essere di soccorso.
Una volta su Eden Prime non è stato molto semplice muoversi.
Le difficoltà non erano solo relative ai comandi che non erano molto intuitivi, ma il problema era soprattutto dovuto ai cali di fps. Tuttavia non mi fermarono e proseguii la mia esplorazione alla ricerca sia della sonda che dei sopravvissuti, perché c’era qualcosa di molto strano. Chi o cosa li stava attaccando?
Andando in giro per l’ambientazione raccoglievo oggetti e mi scontravo contro un minigioco di cui non avevo informazioni sul come funzionasse e mi veniva richiesto dell’omni-gel in alternativa che manco sapevo cosa fosse in quel momento…
Proseguii, trovai qualche superstite che mi raccontò cosa fosse successo e grazie ai dialoghi scoprii anche che ogni mia risposta mi avvicinava di più all’essere un eroe o un rinnegato. Ma al momento non sapevo a cosa servisse questa dinamica e comunque avevo a che fare con un gioco di ruolo e quindi dovevo seguire quello che mi dicevano il cuore e la mente.
Sappiate fin da adesso che non ho mai sbloccato la via del rinnegato: nemmeno nelle diverse run, quindi non so come si sarebbero potute svolgere alcune vicende se avessi utilizzato altre opzioni di dialogo.
Fu così che venni a conoscenza dei Geth, esseri sintetici dotati di IA collettiva. I geth non solo uccidevano gli umani ma li impalavano(?), cosa stava succedendo?
Proseguendo il cammino verso la sonda, mi imbattei in un cadavere stavolta familiare. Nihlus era stato ucciso da qualcuno. Un superstite che era nascosto in quel luogo mi informò che era stato ucciso da un certo Saren, un altro spettro, e che il suo obiettivo era la distruzione della colonia oltre che della sonda.
Bisognava sbrigarsi a disinnescare tutte le bombe nell’impianto di ricerca e salvare, oltre alla colonia, anche questa dannata sonda.
Una volta superato l’ostacolo esplosivo, Kaidan, un compagno di squadra della mia Shepard, ebbe la malsana idea di avvicinarsi troppo al manufatto ed ecco che da brava caposquadra la vedo rischiare la morte a causa di non si capisce quale input ricevuto che ha mostrato delle visioni davvero malsane e terribili.
Grrrr Saren! (Da leggersi in modalità papà di Timmy dei “Fantagenitori”)
Fortunatamente la mia Shepard è sopravvissuta, ma bisogna fare rapporto al consiglio di quanto ha fatto Saren. Era tempo di condurre la Normandy verso la Cittadella.
Inutile dire lo stupore di poter ammirare non solo la Cittadella, la “capitale” della galassia, ma anche le nuove specie aliene che mi si sono poste innanzi.
Mi persi nella ricerca del Presidium… Letteralmente! Non riuscivo ad orientarmi e le prime due ore furono dei giri disperati in attesa che qualcuno mi desse una mano, ma quando finalmente riuscii ad arrivarci la riunione col Consiglio e con Saren era iniziata. Fortunatamente è un passaggio scriptato, altrimenti mi sarei sentita perennemente in colpa!
Ovviamente, nessuno ha creduto alla parola degli Umani contro mister sonolospettromigliore Saren per assenza di prove. Ciò necessitava di una strategia, di qualcosa che ci aiutasse ad essere visti e non ignorati in quanto gli ultimi arrivati sulla Cittadella e la missione successiva fu adibita allo scopo, oltre che a reclutare nuovi compagni alieni. Ed ecco aggiungersi al nostro gruppo, nella loro bellezza un krogan, un turian e una quarian!
Ormai il Consiglio non poteva più ignorare l’umanità: la mia Shepard è diventata il primo Spettro umano. Il suo primo compito inizierà con l’obiettivo di sventare la minaccia di Saren e finirà con lo scoprire qualcosa di peggio: la minaccia dei Razziatori.
I Razziatori erano considerati una leggenda, una di quelle storie che si raccontano per spaventare i bambini che non vogliono andare a dormire, eppure sembra che ogni 50.000 anni ricompaiano a mietere vittime e a distruggere la civiltà nella galassia. Bisogna fermarli e Shepard combatterà in prima linea con questo scopo!
Ma non voglio dilungarmi troppo sulla trama, starà a voi farne esperienza.
NON SOLO SHEPARD
Il prologo della vicenda apre la strada all’esplorazione di un mondo che va al di là delle semplici vicende Umane, ma mette nelle mani un’intera galassia che è formata da diverse specie, dalle diverse culture e caratteri. Shepard conoscerà, quindi, non solo una nuova umanità e il come si è evoluta nel corso di pochissimi anni. Cambierà anche il ruolo di quest’ultima all’interno della galassia in modo che gli umani non siano più considerati come gli ultimi arrivati. In questi viaggi la nostra comandante non sarà mai sola, ma verrà affiancata da diverse specie (umani, turian, krogan, quarian e asari).
Ogni personaggio della squadra farà in modo di farti conoscere non solo la sua specie, ma chi è stato, chi è e chi vuole diventare. Ogni dialogo che si avrà con l’equipaggio della Normandy rafforzerà la fiducia e creerà dei legami indistruttibili, facendoli diventare degli amici, dei compagni con cui vuoi passare il tempo. Perché è questa la sensazione che ho avuto ogni volta che parlavo con Wrex o Liara o Garrus o Tali o Kaidan. Nonostante la loro diversità, mi sono affezionata a ciascuno di loro e ho passato delle ore bellissime in loro compagnia.
Non appena completavo una missione prioritaria, il mio primo pensiero era andare a parlare con ciascuno di loro, scoprire nuovi dettagli, sapere cosa pensavano della missione e della nostra amicizia nascente e, perché no, chiedergli cosa ne pensassero di un altro compagno del team visto che le loro razze potevano essere rivali o aver avuto in passato guerre che ne hanno determinato anche un’eventuale difficoltà di sopravvivenza.
Tutto ciò ti immerge all’interno di un universo del quale non puoi fare a meno e che ti stimola a leggerne di più nella guida per ogni voce che andavi sbloccando approfondendo la conoscenza con i tuoi compagni.
Anche quando la missione non era particolarmente interessante o il veicolo di esplorazione per i pianeti inguidabile, era sempre bello sentirli parlare e magari battibeccare su qualcosa.
Credo che i momenti più esilaranti siano quelli passati in ascensore sulla Cittadella: ammetto che sceglievo certe combinazioni di personaggi proprio per sentire battute taglienti o qualcos’altro di simpatico.
Avere degli amici leali al proprio fianco ti fa sentire forte e capace di superare ogni ostacolo. E il fatto che anche lo svolgimento della narrazione ti aiuti in questo, dà quel di più che serve per farti entrare pian piano Mass Effect nel cuore, quasi creandone una dipendenza e fantasticare di viaggiare realmente con loro.
Ma non è solo questo.
Nonostante sia un gioco, sei portato ad immergerti in questo nuovo mondo e ad essere un tutt’uno con Shepard. Empatizzi con quello che succede al punto che spesso le decisioni fondamentali per il proseguo della trama lasceranno davvero uno spunto di riflessione, un rimpianto o altro. Con l’avanzare delle ore impiegherai qualche momento per cercare di capire cosa sia più opportuno fare perché, in fondo, sei tu a determinare le sorti della galassia.
E credo che questa cosa al momento dell’uscita del gioco doveva far pensare parecchio. Mass Effect è stato per me il primo gioco dove ho avuto la possibilità di importare le mie decisioni nel capitolo successivo e mantenere il mio di universo e non quello pre-impostato da qualcun altro. Penso che sia stato anche questo ad aver lasciato il segno nella mia storia da videogiocatrice e ad aver messo il primo tassello necessario per inserire Mass Effect nelle mie saghe preferite.
Da Shepard è tutto. Spero di rivedervi presto a bordo della Normandy in direzione Mass Effect 2.
Posso dire che è bello trovare qualcuno che ha espresso le stesse emozioni che ho vissuto con il primo Mass Effect? È stato come rigiocarlo.
Solo una cosa, un parere: che fine hai fatto fare ad Ashley su Virmire? È una cosa che divide molti fan del gioco.