Il cammino dell'eroe
Come si può trasformare un'esperienza negativa in uno dei più grandi successi della vita.
Leggendo queste nostre pagine, vi sarete accorti che a ciascuno di noi piace raccontare ciò che c’è dietro ad una scelta.
Anche questa volta, avrò il piacere di narrarvi le mie gesta eroiche.
La scelta del termine “eroico” è voluta ed è forse il tema principale di questo articolo: cosa significa essere un eroe?
Potrei citarvi banalmente l’Hercules della Disney, ma non mi limiterò a questo perché questa è la storia di come mi sono sentita io nel mio cammino personale verso l’eroismo. E, ve lo spoilero adesso, non parlerò di Erc e dei suoi amici contro quel simpaticone di Ade!
COME NASCE UN EROE?
Questa vicenda pone le sue radici nell’ormai lontano 2020. Era un sabato sera di novembre, io e il mio fratellone eravamo soli a casa e, in attesa del rider incaricato di portarci la pizza, scorrevamo il catalogo Amazon Video nella speranza di vedere qualcosa che accompagnasse la nostra cena e ci divertisse.
Tra le varie proposte, mio fratello intravede l’anteprima di “My Hero Academia: Two Heroes”.
Lui aveva da poco ripreso a guardare anime e voleva un attimo aggiornarsi sulle nuove proposte, io avevo ormai lasciato perdere il mondo dell’animazione giapponese perché ormai sentivo che mi aveva dato tutto.
Nel caso poi specifico di My Hero Academia (che per comodità abbrevieremo in MHA), vedevo uno stile di disegno che non mi dispiaceva, ma anche una robetta per ragazzini… Insomma, avevo un pregiudizio dovuto al fatto che in quegli anni era uscita non so quanta roba mediocre e nulla mi stuzzicava veramente.
Nonostante ciò, decidemmo di vederlo.
Lui rimase presissimo al punto da iniziare l’anime, mentre a me non dispiacque la visione, mi entusiasmò abbastanza nelle fasi cruciali, ma non continuai ad interessarmene come lui.
Man mano che mio fratello recuperava gli episodi, il suo entusiasmo aumentava sempre di più.
Avevo un uomo di 32 anni che mi diceva almeno una volta al giorno “Devi guardare MHA, ti dico che c’è molto di più di quello che appare!”.
Non che non volessi dare una possibilità a quest’anime, visto l’entusiasmo contagioso del fratellone, ma continuavo a ribadirgli che lo avrei fatto dopo la laurea triennale… Ma lui non demordeva lo stesso!
Io avevo ancora due esami da sostenere e una sola sessione per evitare di andare fuoricorso.
Tra l’altro uno dei due esami era per me tremendo viste le sue modalità e ciò era dovuto al fatto che vi erano grosse difficoltà non tanto nel contenuto dei libri, ma per passare quel dannato scritto preliminare che non aveva né capo e né coda! Difficoltà che riscontravano tutti i miei colleghi di corso di qualsiasi anno.
Questo mi creava non pochi disagi, ma ero ormai arrivata e dovevo dare il massimo.
Feci l’esame la prima data disponibile dopo le vacanze di Natale e… andò malissimo!
Per la prima volta nel mio percorso di triennale fui bocciata.
Questo fallimento innescò non poco stress e relativo panico dovuto alla paura di non riuscire a laurearmi in tempo.
Il colpo era stato davvero molto pesante. Mi era caduto tutto il mondo addosso.
Come potevo riuscire in un’impresa del genere se anche le mie colleghe che superavano l’esame non avevano la minima idea di come avessero passato lo scritto?
Ormai era fatta.
Sapevo che sarebbe stato inutile riprendere subito a studiare senza avere una nuova strategia da attuare, per cui decisi di prendermi uno stop di due giorni prima di ricominciare la full immersion sui libri.
Avevo bisogno di una distrazione, avevo un fratello con un’ossessione e quindi era giunto il momento di iniziare MHA.
A tal proposito, reputo opportuno fare una piccola premessa che sarà propedeutica per dopo.
Non so voi, ma quando comincio una qualsiasi serie ho sempre paura di perdere il mio tempo, quindi ho la regola dei 3 episodi: se entro quel termine non mi prende, è drop assicurato.
Mettendo in pratica questo mio modus operandi, avviai il primo episodio, poi il secondo… e da quel momento non mi sono più fermata.
Ebbene sì, questa è la storia di come ho avuto l’idea di scrivere la mia tesi magistrale su My Hero Academia!
O, per meglio dire, in parte lo è.
NEL CUORE DI MY HERO ACADEMIA
Vista la situazione, è anche doveroso aggiungere che il tipo di tesi che ho portato avanti si basava sui miei studi pedagogici e in particolare su una pedagogia fondamentale di tipo fenomenologico-ermeneutico.
Per dirla in modo semplice, ho sfruttato un tipo di pedagogia che tratta temi o i problemi di fondo dei fenomeni educativi sfruttando un metodo di indagine che mi consentisse di fare esperienza del fenomeno (ossia MHA) in prima persona, andando sempre più a fondo nell’analisi per scovare i significati più profondi e latenti.
Dopo aver usato alcuni paroloni per la prima volta in un contesto non accademico, credo sia più opportuno tornare con i piedi per terra e cercare di trasmettervi quell'emozione che mi ha coinvolto al punto da prendere le vicende di Deku e dei suoi compagni come spunto per quel tipo di trattazione.
L’idea di base è nata a seguito della visione dei primi due episodi i quali non solo hanno attivato e continuano ad attivare corde nella mia anima con conseguente commozione e lacrime, ma che hanno risuonato evocando le tematiche che avevo studiato fino a quel momento nei vari manuali universitari.
La frase “Anche tu puoi diventare un eroe”, aveva assunto dei nuovi significati che valeva la pena esaminare, indagare e mostrare al mondo dicendo “non è solo un cartone animato!”.
Cosa potrebbe mai esserci di così pedagogicamente interessante in un gruppo di ragazzini che vogliono diventare eroi?
Ed ecco qui il punto cruciale su cui vorrei farvi riflettere partendo da un'analisi di quello che emerge dai primi due episodi.
Il nostro protagonista è uno qualunque ed è spinto da un solo desiderio: vuole diventare un eroe. Vuole che le persone siano felici.
Nel corso della sua vita riceve tantissime batoste, in primis quella di sapere che non avrà mai un quirk.
In seguito al trauma, non trova parole di conforto nemmeno da sua madre, eppure persegue nel suo sogno...
Finché non è All Might, l’eroe numero uno, a dargli quel "NO".
Ora, immedesimiamoci un attimo nei panni del povero Izuku.
Quante volte ci è capitato di avere un forte desiderio verso un tipo di studi, un lavoro, una passione che viene puntualmente demonizzata sentendosi dire "non ce la farai mai", "non sei in grado", ecc.?
Penso sarà capitato almeno una volta a tutti e questo voler distruggere il desiderio verso quella che potrebbe essere la nostra strada per la felicità è detto in termini pedagogici misconoscimento.
Cosa succede però? Proprio nel momento in cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul valore di Deku, qualcosa cambia: nel momento di crisi, ha fatto emergere quello che realmente lui è e questo suo gesto non è stato ignorato.
L'eroe più grande del mondo era lì, ha capito ed è andato oltre.
È stato il primo a chiedere scusa per la sua leggerezza e gli fa un'offerta per la sua felicità.
Un ragazzo senza quirk ha agito per salvare una persona. Ha fatto qualcosa dove nessuno aveva il coraggio di intervenire.
È stato il vero eroe tra gli eroi.
All Might è stato il primo ad assolvere a quello che in pedagogia viene definito bisogno di riconoscimento: quell'intimo bisogno di essere voluti e amati per quello che si è.
Per questo motivo All Might ha deciso di offrirgli il suo quirk e dargli la possibilità di diventare colui che è chiamato ad essere: un eroe!
Offre allora ad Izuku il One for All, un potere che viene tramandato di mano in mano, come una torcia olimpica e in cui ciascun possessore mette una parte di sé coltivandolo finché non verrà il momento di passarlo al nuovo erede.
Un processo che possiamo definire educativo perché abbiamo la volontà del possessore di passarlo e dell'erede di riceverlo seguendo una logica del dono.
Ormai è tempo di smetterla di pensare all’educazione come istruzione o buone maniere o qualsiasi altra cosa che vi viene in mente perché tutto quello che pensate sia educazione è semplicemente un piccolo punto da inserire in un processo che si sviluppa nel corso di tutta la vita.
L’educazione si traduce in questo: dare la possibilità all’altro di fiorire mostrandogli un modo di vivere quella che potrebbe essere definita una vita buona per ottenere la felicità.
E per farlo, l’educando deve avere di fronte un educatore testimone che gli dia l’intuizione che tutto ciò è possibile.
Guardando MHA sono stati questi alcuni dei temi che ho subito individuato e che hanno risuonato pesantemente dentro di me al punto tale da mantenere fermo il timone verso questo argomento. Ho ritrovato in un contesto in cui non mi aspettavo la mia pedagogia di riferimento.
Non mi dilungo ulteriormente sulle nozioni scientifiche e nemmeno sugli autori che ho studiato e su cui mi sono basata per la stesura della tesi, ma mi serviva questo intermezzo per darvi un’idea di quello che intendevo dicendovi “non è solo un cartone animato”.
OLTRE OGNI LIMITE!
Dopo questa lunga parentesi, è il momento di ritornare in sella e riprendere il nostro racconto dal precedente check point perché quanto di cui vi ho parlato non avrebbe preso forma se non avessi riacceso un motore che era ormai spento e soprattutto inceppato a causa di una brusca frenata.
Vi dicevo che mio fratello alla fine aveva vinto e mi aveva fatto cadere nel vortice di MHA.
In quel momento quell’anime continuava a parlarmi come non mai. Empatizzavo con le esperienze del protagonista o degli altri eroi e allo stesso tempo mi immergevo in quella che è sempre stata la sua logica propulsiva il “Plus Ultra”.
Questa locuzione latina è il motto della scuola in cui studierà il nostro caro Izuku e che sarà un mantra continuo. Andare oltre ogni limite…
Superare gli ostacoli, andare oltre le proprie paure, pensare fuori dai soliti schemi.
Erano le parole di cui avevo bisogno in quel momento e che nessuno aveva saputo darmi.
Parole potenti che mi diedero una spinta che può solo immaginare chi è riuscito a fare fronte ad un’enorme difficoltà emergendo come vincitore.
Quella boccata d’aria nuova fu fondamentale per me non solo per riprendermi, ma anche per aiutare chi in quel momento aveva la mia stessa difficoltà con la stessa materia.
“Plus Ultra”… “Plus Ultra”… “Plus Ultra”… “Plus Ultra”… “Plus Ultra”…
Ero diventata un carro armato.
Avevo trovato la soluzione al mio problema.
Avevo capito cosa dovevo fare.
Una volta attivata la mia strategia, non vedevo più gli ostacoli o, per meglio dire, non mi erano sembrati più così insormontabili.
Una parola mi aveva cambiato la prospettiva, un’altra parola venuta in seguito mi aveva dato la chiave di lettura per risolvere quel dannatissimo scritto, un’altra parola mi aveva dato la lucidità per rispondere prontamente ad una domanda che non era mai stata posta all’orale riuscendo a prendere il voto che mi auguravo.
Quell’entusiasmo coinvolgente mi diede un’ulteriore spinta per aiutare le mie colleghe con cui studiavo e, allo stesso tempo, tendere la mano a chi non avevo mai visto prima ma che rischiava molto più di me in termini di tempo, spese e riuscita.
In pratica ero un’eroina in incognito in uno dei periodi più oscuri di questi ultimi anni.
E il “grazie” più sincero è arrivato nel giorno della laurea triennale in cui quel “Plus Ultra” si è trasformato in ciò che vedete in questa foto.
Tanta bellezza nella mia vita è nata grazie ad un consiglio.
Da quell’evento mi si sono aperte tante porte che mi hanno condotto a scrivervi, a riunirmi con gente che non sentivo più e a conoscerne tantissima nuova che mi ha regalato tanto in termini positivi come amicizie e in termini negativi come le separazioni che però hanno portato tanta fioritura.
Forse My Hero Academia non sarà il manga/anime migliore del mondo, ma lo è per me perché mi ha consentito di crescere e aggiungere tanti miglioramenti alla mia vita e alla mia persona.
Quindi mi auguro che questa mia esperienza aggiunga anche in voi un tassellino di fiducia in più e vi aiuti ad andare oltre i vostri limiti e oltre le apparenze perché dalle cose più semplici o scontate può nascere tanta ricchezza.
PLUS ULTRA!
Davvero complimenti per questo articolo e per il percorso che hai intrapreso e portato avanti. In fondo le persone, come hai scritto tu, non vogliono nient'altro che essere veramente felici, realizzarsi in questa vita che ci è stata data. Mettere in circolo un po' d'amore, in questo mondo turbolento, è fondamentale. Perciò se tutto questo può partire anche da MHA, significa che quest'anime merita davvero di essere visto e in un certo senso vissuto! Grazie mille per la tua testimonianza 😊
Credo sia uno dei racconti di vita legati ad un anime/manga migliori che io abbia mai letto. Ed è ancora più bello pensando che è una storia vera di ripresa, successo e quirk.