Non è facile compiere un’analisi tematica di Dragon’s Dogma 2, il titolo diretto da Hideaki Itsuno è piuttosto ermetico tanto nell’esposizione narrativa che nello sviluppo dei temi trattati nell’opera. Questo a causa di un personaggio principale, controllato dal giocatore, che non si esprime direttamente e della volontà di realizzare un’esperienza che possa essere vissuta in modo più personale possibile, senza troppe interferenze sovrastrutturali di plot o intreccio. Il testo che segue tenta di tracciare un filo fra i due concetti essenziali del gioco, ciclicità e volontà, allo scopo di spiegare le azioni compiute dai personaggi più importanti. Trattandosi di un’analisi tematica sul gioco l’articolo non può esimersi dallo spiegare gli eventi della trama principale e soffermarsi soprattutto su quelli finali con spoiler importanti. Pertanto è consigliato aver terminato Dragon’s Dogma 2, compreso di “True Ending”, prima di procedere alla lettura.
1. IL DOGMA DEL DRAGO
È un universo strano quello di Dragon’s Dogma. Estendendo la riflessione anche al primo episodio della saga realizzata da Capcom e tenendo conto che esso non è legato direttamente al suo sequel, possiamo considerare i mondi delle due opere strettamente vincolati a quello che viene definito “Dogma del Drago”. Una legge imperitura che impone costantemente la presenza di un Drago come forza distruttrice e il suo opposto, l’Arisen, designato dallo stesso drago nel momento in cui egli strappa il cuore dal petto della persona individuata. I due avversari sono destinati a darsi battaglia in un mondo che vive ed esiste sempre e solo in relazione a questa legge duale. Non è impossibile pensare che vi possano essere altri mondi nei quali viga il dogma, diversi da quelli dove sono ambientati i due giochi, dal momento che l’universo è controllato da una volontà ordinatrice che ha imposto la legge e regola tutto dall’alto. L’Arisen ha anche il potere di controllare le Pedine le quali, proprio come afferma il loro nome, non sono dotate di volontà propria ma rispondono solo a quella dell’Arisen. Tutto ciò che è intorno a Drago, Arisen e Pedine, è costretto a vivere e a fare i conti con la ciclicità imposta e a comprendere laddove finisca la costrizione e vi sia spazio per la volontà.
È il Drago a designare l’Arisen strappandogli il cuore dal petto con il suo artiglio.
2. IL CICLO ETERNO
Arrivando a trattare il tema del ciclo eterno lo dobbiamo necessariamente contrapporre al concetto di Eterno Ritorno elaborato dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, in quanto molto spesso esso viene usato come riferimento e collegamento quando si parla di loop, ciclicità e ricorsività. Nel caso del concetto nietzschiano si fa riferimento a un’ipotesi cosmologica di ordinamento causale dell’universo, per il quale gli eventi si presenterebbero ciclicamente e interamente tali e quali a come si sono già presentati in passato e appariranno in futuro perché lo stretto vincolo di causa-effetto né impone la necessità. Al contrario, nell’universo del titolo Capcom la ciclicità è legata strettamente al rapporto duale Arisen/Drago e solo in questa dialettica bellica si genera la ricorsività di alcune situazioni e di alcuni rapporti di forza. Seppur quindi immutabile sembra essere l’arrivo di un Drago e la contrapposizione all’Arisen da esso designato, a ogni ciclo e per ogni ciclo c’è spazio per il cambiamento, l’evoluzione e la rivoluzione. A prescindere da quale ciclo specifico si parli ci sono alcune figure che potremmo definire “ruoli” costanti:
Onniveggente: Una sorta di divinità che crea i mondi e gli impone la sua volontà che può essere distruttiva o permissiva
Siniscalco: Un Arisen che ha ottenuto l’immenso potere di divenire il guardiano di un mondo specifico
Drago: Elemento distruttivo nella dialettica ciclica con l’Arisen
Arisen: Elemento designato dal Drago come suo avversario
Pedine: Creazioni asservite alle volontà di un Arisen
L’esploravie è una figura particolare a metà fra l’Onniveggente e il mondo dove si svolgono gli eventi di Dragon’s Dogma 2.
È proprio su queste basi che inizia Dragon’s Dogma 2, con il nostro Arisen che si ritrova venduto come schiavo in una miniera dove lavorano altre Pedine. Senza ricordi sarà in grado di rimembrare solo dopo essere fuggito sul dorso di un grifone con l’aiuto dell’Esploravie (che scopriremo essere un falso siniscalco) che segue e indirizza le gesta dell’Arisen fino al vero e proprio finale. Parte del plot di Dragon’s Dogma 2 ci mostra come, nonostante il nostro personaggio, in quanto Arisen, debba essere il vero Re di Vermund, in realtà è stato messo sul trono un falso sovrano spacciato per Arisen. Sorprendentemente il falso sovrano è in grado di controllare le pedine grazie a un manufatto chiamato “Astralvox”. Per tutta la seconda parte del gioco, quindi, il nostro intento è capire cosa sia l’Astralvox e come possa essere utilizzata per sovvertire il ciclo imposto sul mondo. Questo aspetto è particolarmente rilevante perché mostra come, nonostante i personaggi siano tutti a conoscenza della ciclicità e implicitamente l’abbiano accettata praticamente da sempre, qualcuno sta cercando di ribaltare le sorti di una realtà che impedisce la piena manifestazione della libertà e della propria volontà. In particolare due personaggi secondari sono i depositari di questa forza motrice al cambiamento. Uno di questi è Lord Phaseus, un nobile molto vicino al falso sovrano, che esegue esperimenti per creare un’Astralvox più potente che sia in grado di controllare il Drago. L’altro è Rothais il primo re di Vermund ma in realtà, come si può comprendere dalla traduzione corretta, è il vero Siniscalco esiliato sottoterra in quanto depositario della volontà di sovvertire la legge ciclica del mondo.
“According to some recent translations, the existing English translations actually mislabel Rothais as the "King of Vermund. While it may be true that he was the first King of Vermund, it is incorrectly worded in the English translation. This is because in the original Japanese dialogue, the Rivage Elder uses the word: "Kaiou" to address Rothais.
Kaiou, can be directly translated into English as "World King". In the original Dragon's Dogma game, "Kaiou" was used as the title for the Seneschal. This leads to the fact that the Pathfinder, who seems to act the part as Seneschal, is actually a false Seneschal that is trying to hold the world together with a false cycle.”1
Rothais è il vero Siniscalco di quel mondo, colui che è deputato a sorvergliarlo. Potrebbe essere decaduto per la sua volontà di opporsi all’Onniveggente.
La trama di Dragon’s Dogma 2 di base è un lungo percorso verso il confronto finale con il Drago, il quale in prima istanza ci proporrà una scelta: Diventare il sovrano di Vermund e accettare il proprio ruolo e l’esistenza del Drago; oppure affrontarlo e determinare la vittoria di uno dei due contendenti e la successiva ripetizione del ciclo. Seguire una delle due scelte equivale ad accettare le condizioni di esistenza di quel mondo, la sua dualità e ciclicità. Ma nel corso dell’avventura, come espresso qualche riga sopra, ci imbattiamo in numerose manifestazioni di tentativi di sovvertire quell’ordine esterno precostituito e imposto. È evidente quindi che, nonostante nel nostro esplorare il mondo di gioco ci imbattiamo in una realtà che ha implicitamente accettato la dimensione ciclica del proprio esistere, il cambiamento è possibile e spinto dalla volontà di chi è determinato a opporsi. Compreso il nostro Arisen e il giocatore se decideranno di percorrere la via del Vero Finale.
3. DOV’È LA VOLONTÀ?
In un mondo dominato dalle situazioni descritte finora viene da chiedersi quale spazio ci sia per l’espressione della volontà. E se le Pedine per definizione sono asservite ed è chiaro quale sia il loro ruolo e il rapporto di dipendenza che le vincola, non è immediatamente evidente che anche l’Arisen stesso e il Drago, nella loro danza ciclica, non stiano in realtà manifestando particolari forze volitive ma le semplice messa in atto di un piano esterno che deve, per necessità imposta, compiersi. Ecco che allora comprendiamo che ci troviamo di fronte ad un’unica volontà, astratta ma volta a un fine, lontana ma presente nella vita di tutti, l’Onniveggente. L’Arisen, in quanto avatar del giocatore, finisce, nel particolare, a manifestare le volontà di chi lo controlla, ma gli spazi d’azione che si ritaglia sono quelli vincolati alla realtà terrena, ai semplici rapporti con alcuni personaggi o alle futili lotte per il controllo di un regno di un mondo che vive di un equilibrio nella ripetizione e nell’accettazione delle sue leggi. Il Drago, invece, sembra essere più consapevole. Pur manifestandosi come forza distruttrice, e in questo adempiendo perfettamente e ineluttabilmente al suo compito, ha tutte le intenzioni di provare a svincolarsi dal dogma che lo controlla. Tuttavia, egli è appunto forza assoluta e, pur avendo la conoscenza che il suo nemico duale non ha, non ha la dinamicità per realizzare una vera e propria lotta di liberazione. Ciò è maggiormente evidente nel momento della battaglia finale, con il Drago che tenta di spiegare all’Arisen quale sia la situazione in cui si trovano e come provare a cercare una via d’uscita. Ma è altrettanto evidente, come mostrato sopra, che sia Lord Phaseus che Rohtais cerchino delle soluzioni alternative. Infatti quest’ultimo affida al nostro Arisen la Lama Sacrilega rovinata che viene poi ripristinata e unita all’Astralvox. Né Phaseus né Rothais hanno il potere di cambiare le cose ed è per questo che l’Esploravie, seguendo una sua volontà decide di far tenere a noi la Lama, ammaliando Ambrosius al quale l’avevamo affidata. La volontà dell’Esploravie non è immediatamente chiara durante l’avventura, egli è una figura avvolta dal mistero. È colui che sorprendentemente sta permettendo il corretto funzionamento della ciclicità come forma di protezione per un mondo che in realtà sarebbe travolto dal caos e dalla distruzione che l’Onniveggente applica a propria discrezione. Un mondo simile è quello che si può osservare accedendo al vero finale parlando con l’Esploravie durante la cerimonia di incoronazione dell’Arisen come re di Vermund. Egli tenta in tutti i modi di convincere il nostro personaggio a seguire la via che era stata già tracciata innumerevoli volte, ma di fronte alla determinazione di una volontà che ormai vuole rimuovere il giogo che la incatena, accetta di mostrare il mondo per come è realmente.
Una pedina può essere contagiata dal Morbo del Drago in qualunque momento durante l’avventura, specialmente se entra in contatto con qualcuno di infetto. I primi sintomi si riconoscono dagli occhi particolarmente rossi.
Da qui parte propriamente Dragon’s Dogma 2, come seguito effettivo che strappa il mondo dalla ciclicità finora eterna. In questa sessione finale l’obiettivo è capire come fermare la distruzione del mondo. Il culmine di tutto lo si ha nel momento in cui si evoca il Drago e lo si deve affrontare ma le forze che governano il mondo trasformano la nostra pedina principale in un drago oscuro che ci attacca. Qui si compie appieno il discorso sulla volontà espresso finora perché nonostante trasformata e soggiogata, la nostra pedina, con l’ultimo briciolo di volontà propria, formatasi grazie proprio al rapporto instaurato fra l’Arisen (e quindi il giocatore) ed essa stessa, si sacrifica per aprire il petto del Drago e permetterci di infilzare il suo cuore con la Lama e creare una nuova via per il mondo.
A cambiare tutto è stato un gesto estremo di immensa volontà, incomprensibile forse per l’Onniveggente, creatasi proprio grazie a tutto quello che, come Arisen, abbiamo compiuto nel grande viaggio che è Dragon’s Dogma 2.
Volevo non comprarlo DD2.... Volevo